Che meccanismi nasconde l’accomodazione?

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Che meccanismi nasconde l’accomodazione?

L’accomodazione è un processo fisiologico di messa a fuoco che comporta l’attivazione di particolari strutture all’interno del sistema visivo e che permette all’occhio di passare rapidamente da un piano all’altro di messa a fuoco. Tale processo è ormai molto famoso all’interno del mondo medico Oculistico e Optometrico ed è centrale nell’applicazione di diverse tipologie di lenti a qualsiasi età.

Più volte nel corso della mia formazione mi sono chiesto: Ma come fa il sistema nervoso a controllare il meccanismo accomodativo?

Ah già, se non lo sapessi l’accomodazione è un processo controllato dal sistema nervoso ed in particolare l’attivazione del processo di messa a fuoco viene controllata dal ramo ”parasimpatico” mentre il ritorno ad uno stato normale viene mediato dal sistema simpatico. Il tutto assolutamente in automatico.

Leggendo l’articolo ”Physiology, Accommodation” ho trovato delle risposte davvero interessanti ad alcune mie domande sui meccanismi accomodativi. Ecco a te allora un piccolo riassunto di tale articolo:

Il meccanismo di accomodazione è sostanzialmente un riflesso automatico che generalmente comporta tre risposte principali:

1. Un incremento della convergenza di entrambi gli occhi tale che l’oggetto in avvicinamento resti singolo e nitido, il che aiuta la proiezione dell’immagine sulla fovea. Questa azione comporta la contrazione dei muscoli retti mediali di entrambi gli occhi, con il rilassamento dei retti laterali con conseguente adduzione di entrambi gli occhi.

2. Una costrizione dei muscoli dello sfintere pupillare, il che migliora la profondità di messa a fuoco.

3. Una contrazione dei muscoli ciliari bilaterali con conseguente ispessimento del cristallino, che accorcia la lunghezza focale, aumentando il suo potere refrattivo.

Come avviene la trasmissione del segnale accomodativo?

La via afferente ha inizio con la trasmissione del segnale dal nervo ottico alla corteccia visiva primaria. Questo percorso coinvolge la fototrasduzione nella retina, gli interneuroni talamici nel nucleo genicolato laterale e infine l’arrivo alla corteccia visiva utilizzando le radiazioni ottiche.

Dalla corteccia visiva, il riflesso inizia e gli impulsi vengono inviati alla corteccia visiva associativa che a sua volta ha proiezioni al collicolo superiore e alle aree pretettali. Da qui, gli impulsi si trasmettono rapidamente ai nuclei oculomotori e Edinger-Westphal del nervo III nervo cranico (che controlla i muscoli retti mediali). Il nucleo oculomotore stimola la contrazione mediale rettilinea bilaterale, che si traduce in convergenza.

Contemporaneamente il nucleo di Edinger-Westphal coordina la costrizione pupillare parasimpatica attraverso il ganglio ciliare. La stessa via generale è responsabile dell’ispessimento del cristallino, tranne per il fatto che invece di arrivare ai muscoli dello sfintere pupillare, i nervi ciliari corti dal ganglio ciliare terminano ai muscoli ciliari e sono responsabili della contrazione muscolare.

Come avviene il maccanismo dell’accomodazione?

Quando i muscoli ciliari si contraggono, le zonule sospensive del cristallino si rilassano e rilasciano la tensione del cristallino. Quindi, un po ‘paradossalmente, è la contrazione dei muscoli ciliari che consente alla lente di formare una forma più sferica che facilita l’adattamento.

Spero che questo breve articolo ti sia stato utile a comprendere meglio le basi neurofisiologiche che sottostanno al processo di accomodazione. Se vuoi sapere di più sul mondo dell’optometria ti invito a seguire la pagina Optometria Giovane.

Andrea Astarita

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